Quando arriva la stagione estiva il bisogno di idratarsi è maggiore, così come la voglia di rinfrescarsi. La classica tazza di tè caldo fumante lascia quindi spazio alla sua variante fredda: nonostante ci siano molte opzioni in commercio già pronte al consumo, spesso sono caratterizzate dalla presenza di zuccheri o additivi, che non si rivelano dei best friends per la salute. Optare per la versione fatta in casa è la scelta migliore. Sì, ma come prepararla alla perfezione? I modi per ottenere un tè freddo home made sono due: l’infusione a caldo e l’infusione a freddo, entrambe semplici da mettere in pratica.
Nella prima, prendendo in considerazione la tecnica base, le foglie di tè sfuse (o in bustina) vengono unite all’acqua calda e lasciate in immersione per una manciata di minuti: la bevanda si filtra (o si toglie la bustina) e si fa raffreddare prima fuori e poi in frigorifero. La seconda opzione, invece, prevede la partenza con acqua a temperatura ambiente, con le foglie che devono stare in infusione diverse ore (2 per i tè verdi e 4-5 per tè neri e oolong) in una caraffa con il coperchio direttamente in frigorifero e rimosse una volta passato il giusto tempo. Cosa cambia tra queste due alternative di tè freddo? Sono diverse in termini di gusto, benefici e proprietà? In linea di massima, possiamo dire che le differenze non sono così sostanziali da preferire l’una o l’altra per avere determinati effetti, ma qualche dettaglio che non le rende uguali c’è.
Le differenze rispetto al gusto
Il tè, a seconda della sua tipologia (verde, bianco, nero etc) mette in evidenza note aromatiche specifiche e riconoscibili, che vanno a incidere sulla scelta del consumatore. Rispetto alle due infusioni, quella a caldo tende a dare un sapore più deciso, intenso, in quanto l’estrazione avviene a temperature elevate e in pochi minuti. Può capitare che il giorno dopo il tè diventi amaro, perché l’acqua troppo calda rischia di tirare fuori dalle foglie un retrogusto amarognolo che persiste per via del riposo in frigo: per prevenire questa conseguenza spiacevole, è possibile modificare la preparazione. Riscalda l’acqua unendo dello zucchero (quello che preferisci, dalla canna alla stevia) appena inizia a sobbollire e fallo sciogliere completamente prima di unire le bustine di tè: così la dolcezza sarà assicurata.
L’infusione a freddo, al contrario, è una tecnica di estrazione lenta, che comporta un processo graduale per via dell’uso dell’acqua a temperatura ambiente fin dall’inizio (è per questo che si lasciano le foglie parecchie ore): questo si rispecchia nel gusto, che tende a essere più delicato e meno concentrato. Per ottenere un sapore più profondo, di solito si preferisce una dose di foglie maggiore rispetto all’infusione a caldo.
Benefici e proprietà: cosa cambia
Come abbiamo visto nelle differenze tra tè caldo e tè freddo, le due sostanze presenti nel tè – in particolare quello verde – che maggiormente vengono considerate portatrici di benefici sono le catechine, un insieme di potenti antiossidanti che proteggono contro i radicali liberi e le malattie cardiovascolari, e la L-teanina, che riduce l’ansia e gli stati di stress, favorendo la calma e il rilassamento. I due tè freddi sotto questo punto di vista non sono alternative agli antipodi e le proprietà restano praticamente invariate. Si possono in ogni caso fare due osservazioni su:
- Tempo di estrazione: l’alta temperatura dell’acqua favorisce l’estrazione dei benefici dalle foglie del tè, con le catechine che si ricavano in maggiori quantità (tanto da influire sul sapore, visto che questo antiossidante è anche tra i responsabili del gusto del tè). Questo significa che è importante rispettare i lunghi tempi di infusione a freddo per goderne pienamente.
- Quantità di caffeina: più la temperatura è alta, più se ne estrae. Significa che generalmente l’infusione a caldo presenta dosi più elevate di caffeina se paragonata con quella a freddo.